Settimana decisiva per la ripresa del calcio e dello sport
Questa è una settimana decisiva, è in corso il confronto tra il Cts e la Figc sulle nuove proposte di protocollo su ritiri, tamponi, programmazione certa, le istituzioni danno un segnale preciso, il presidente Conte dovrà confrontarsi con le rappresentanze del calcio. Salute e sicurezza di tutti gli operatori devono essere prioritari. Abbiamo assistito ad un mese e mezzo di dibattito acceso per qualcuno forse inopportuno visto il momento drammatico, ma doveroso perché l'industria del calcio deve essere trattata come tale, genera tantissimi posti di lavoro ed ha un gettito importante per le casse dello Stato, più di un miliardo poi distribuito a tutto il mondo dello sport. I tempi sono maturi per arrivare ad una decisione definitiva che per la politica significa creare le condizioni perché si possano avviare degli eventi, poi sta alla Federazione nella sua autonomia decidere quando avviare il campionato. L'impatto sociale è il nodo centrale: noi dobbiamo considerare il calcio professionistico funzionale anche allo sport di base che impatta in maniera pesante sull'aspetto appunto sociale. Se lo tralasciamo e non gli diamo la giusta speranza di ripartire, se va in sofferenza questo settore a cascata va in sofferenza anche tutto quello che sta sotto e non ce lo possiamo permettere. Nel dibattito che c'è stato anche in Parlamento mi pare sia emersa unanimità sul fatto che il calcio in qualche motivo debba provare a ripartire, ora sta a all'Esecutivo con tutti gli elementi a sua disposizione vedere come far ripartire questa grande industria anche culturale che può dare sollievo e il premier Conte sa esattamente cosa il calcio rappresenta e ne conosce il suo valore. Non possiamo permetterci di lasciarlo indietro; sulla data la decisione del Governo è propedeutica. Vanno trovate soluzioni tra le varie esigenze, bisogna mettere le istituzioni sportive nelle condizioni di rigiocare. Ho letto i protocolli tedesco, spagnolo e inglese, la differenza iniziale riguardava in caso di positività se far fare la quarantena a tutta la squadra o meno. Con quel tipo di condizione è ovvio che il campionato non può ripartire, guardare ad altri contesti può aiutare per superare la difficoltà di questo momento del calcio italiano. Bisognerà creare ovviamente un protocollo adatto alla realtà del Paese (che nel nostro caso ha avuto molti contagi). È importante far ripartire il calcio anche per una questione di competitività, se ricominciano le tre maggiori leghe europee e non quella italiana rischiamo che il gap si allarghi e augurarsi che Lega serie A diventi un brand a livello internazionale capace di competere. Al contrario uno stop inatteso potrebbe essere un punto negativo".